Il rapporto tra discepolo e maestro è di fondamentale importanza in un cammino di crescita, senza un corretto rapporto non si può ottenere alcun risultato. Un tempo questo rapporto costituiva il cardine dell'insegnamento nelle antiche scuole misteriche e per lo più si ritrova oggi nel discepolato religioso e nell'ambito delle arti marziali orientali (sotto l'immagine di Morihei Ueshiba, fondatore dell'Aikido, una figura di moderno maestro giapponese diventata mitica).
Nel contesto di un percorso di crescita quale quello presentato in questo corso non parleremo né di discepoli, né di maestri (titolo che solo altri esseri con una maggiore levatura spirituale possono attribuire, e di certo non è consentito attribuirlo a sé stessi), quanto piuttosto di allievi e di istruttori (o insegnanti).
Un istruttore è una persona che supporta e sostiene nell'apprendimento di una disciplina, senza sostituirsi mai nelle scelte dell'allievo. Talvolta pero' gli atteggiamenti necessari ad un istruttore sono gli stessi applicati dai maestri della tradizione (in parte analoghi a quelli che potrebbe utilizzare un genitore nell'educazione dei figli) e per questo e' importante affrontarli in questo contesto:
posizione di fermezza e durezza qualora sia necessario,
lasciare la persona apparentemente a sé stessa in alcuni momenti di scelte cruciali,
lasciare che l'allievo rimanga deluso di fronte a delle proprie aspettative nei riguardi di colui che gli sta insegnando,
comportamenti differenti di fronte ad allievi differenti, ecc...
Poiché gli stessi atteggiamenti, in negativo, possono essere adottati anche da figure semplicemente autoritarie ma non in grado di produrre una reale crescita nell'allievo, non dobbiamo dimenticare che un vero insegnante emana un'aura di amore che va al di là di qualunque atteggiamento esteriore. Alla base di un corretto rapporto tra istruttore ed allievo è indispensabile che si sia costruito un forte rapporto di fiducia reciproca, anche se in realtà chi deve sviluppare questa fiducia è soprattutto l'allievo, poiché colui che insegna dovrebbe essere in grado di ben valutare limiti e possibilità dello studente e soprattutto dovrebbe avere la necessaria esperienza per non proiettare su di esso alcuna aspettativa.
Lo studente sa che deve essere accompagnato in un territorio che non conosce e che chi lo sta accompagnando l'ha già esplorato (almeno in parte).
Calzante è l'immagine che ci viene fornita dal Maestro Zen Taiten Guareschi, che ha così definito il rapporto maestro-discepolo:
"...Vorrei fornirti un'altra immagine.. Immagina la capacità di vedere un orizzonte.
Innanzitutto la capacità di vedere un orizzonte, perché essa fonda la relazione tra maestro e discepolo. Guardando questo orizzonte, uno è un po' più avanti dell'altro, e pur tuttavia sono entrambi molto lontani. Ma sono sempre li a guardare quell'orizzonte, è sempre steso davanti a loro. Da questo punto di vista, il maestro è giusto un po' più avanti. Questo non gli impedisce di essere di fianco al discepolo, anzi, spesso un po' dietro. Il riferimento dell'orizzonte è fondamentale, altrimenti l'insegnante diventa un appiglio, e non c'è orizzonte, né per l'uno né per l'altro."
Di seguito sono elencate alcune norme per un corretto atteggiamento nell'apprendimento:
imparare ad essere umili ("una tazza piena non può accogliere il the"),
evitare il desiderio di un'eccessiva comprensione mentale delle cose,
privilegiare i "sensi interni" e l'intuizione, in modo da "comprendere anche quando non si capisce",
"riconoscere un albero dai frutti" (e non dalle supposizioni di ciò che dovrebbe essere),
in ogni minimo suggerimento, pur dato in apparenza banalmente, ci può essere un saggio consiglio,
essere sempre leali verso il gruppo, il proprio insegnante e l'insegnamento stesso,
occuparsi di coloro che seguono e che hanno minor conoscenze lungo la via,
essere di esempio con la propria condotta,
avere sempre fiducia nelle proprie possibilità e nei suggerimenti ricevuti dall'insegnante,
non cercare di convincere gli altri di ciò che ritenete giusto e che state studiando, vivete ciò che siete!
"Guardate la Luna e non il dito che la indica".
Un allievo dovrebbe anche essere consapevole che la capacità di pronunciamento e il coraggio di esporsi, propri di un vero insegnante, possono generare in lui incomprensioni e malcontento, soprattutto se non ha elaborato sufficientemente la figura del padre e dunqueproietta sulla figura che rappresenta l'autorità tutta la propria ribellione.
Durante un percorso di consapevolezza sarà inevitabile incontrare una fase di disillusione, in cui tutto ciò che prima era bianco apparirà nero: è un momento di crisi importantissimo perché permette di sbarazzarsi dell'accessorio e di identificare l'essenziale. Spesso la motivazione esteriore che ci ha fatto avvicinare ad un gruppo o ad una persona non ha niente a che vedere con la reale motivazione interiore, semplicemente ignorata dalla mentre razionale a causa della sua cecità, solo una volta spogliati dalle nostre illusioni, proiezioni ed identificazioni potrà emergere l'essenziale.
Esiste, inoltre, un lato di ombra in ciascun essere umano (quindi anche in una guida) ed il disprezzarlo negli altri, e permettersi di giudicarlo, è solo un abile modo per non mettere in discussione sé stessi. L'insegnamento reale che può arrivarci da un insegnante trascende completamente i suoi limiti umani, che - anzi - talvolta sono volontariamente accentuati ed apertamente espressi, sia per impedire agli allievi di attaccarsi all'esteriorità della propria figura, sia per aiutare in loro l'integrazione dell'archetipo dell'ombra.
Qualora, infine, dovessimo sentire che un determinato percorso non ci "risuona" più interiormente e lo avessimo adeguatamente verificato mediante una sincera connessione con la nostra dimensione animica e spirituale, allora è bene essere onesti con sé stessi e con gli altri e prendersi la responsabilità di dirigersi altrove.
Senza dover minimamente rinnegare le nostre esperienze passate, possiamo sempre lasciarci guidare con fiducia dalla Vita in direzione di strade nuove ed orizzonti inesplorati, ringraziando coloro che ci hanno accompagnato sino ad oggi e portandoli con noi nel profondo del cuore.
Tratto da:
Tra Cielo e Terra, il contatto, l'iniziazione di Marco Santello, Ed. Life Quality Project Italia